Emanuela Bussolati

figurinaia


1 Commento

Storia di una figurinaia

illustrazione per "La notte della cometa sbagliata" Beatrice Masini, Einaudi ragazzi

illustrazione per "La notte della cometa sbagliata" Beatrice Masini, Einaudi ragazzi

Che cosa è una figurinaia? Una persona che racconta con le figure, mi dicevo, ed è per questo che mi sono sempre definita così, privilegiando l’aspetto narrativo e artigianale della illustrazione. Negli anni ottanta una bellissima mostra al Louvre definiva i NON-confini tra gli artisti e gli artigiani: mi rimase impresso un grembiule azzurro infinitamente rammendato con cotoni di tutte le sfumature dell’azzurro. Splendido. Che volesse o no, la rammendatrice paziente aveva creato un’opera irripetibile. E raccontato una vita altrettanto unica.

Alla ricerca della parola “figurinaia” sono capitata sul racconto della vita di una figurinaia vera e ho scoperto che i figurinai sono gli artigiani che modellano o scolpiscono le figure dei presepi. Questa cosa mi piace molto: anche i presepi raccontano e raccontano. Basta leggere “Il presepe popolare napoletano” di Roberto De Simone, pubblicato da Einaudi, o “Razzullo e la Sibilla” di Claudio Canzanella pubblicato da La stamperia del Valentino, per conoscere la ricchezza di storie  di ogni messa in scena natalizia.

La figurinaia in questione era di Albisola. La storia la racconta Alexander Màscàl. C’è tutta la dedizione di un lavoro modesto ma vissuto sacralmente e cioè dando importanza a ogni gesto, a ogni significato. C’è tutto il desiderio di trasmettere antichi saperi raccontandoli come fiabe ai giovani.

Ogni anno a Savona, durante la Festa di Santa Lucia, il 13 dicembre, un’anziana Figurinaia si recava alla fiera a vendere le sue statuine di terracotta e a tutti raccontava la storia di Gelindo e Gelinda, i primi due pastori giunti alla grotta di Betlemme portando con sé i doni per Maria e Giuseppe: una pollastrella per farne caldo cibo e le fasce per avvolgere il Bambinello.
La simpatica vecchietta aveva un suo modo personale nel disporre le statue del presepe e a tutti diceva: “Gelindo e Gelindo, marito e moglie devono essere messi davanti a tutti e accanto alla grotta deve esserci Matteo, cognato di Gelindo, che suona il piffero”.
Secondo la sua narrazione, Matteo incontrò la sorella ed il cognato di ritorno dalla Sacra
Grotta e li vide talmente felici da avere il desiderio di andare anche lui a rendere omaggio al Santo Bambino, rammaricandosi però di essere talmente povero da non avere altro da portargli che la sua musica.
Con l’unico dono di cui disponeva si recò alla Grotta dove suonò per Loro “Tu scendi dalle stelle” e tanto fu bella quella musica che Gesù si voltò a guardarlo sorridendo.
La donna prosegue con la disposizione delle altre statuine: “Poi dovete mettere U’Zéunn e A’Zéunna che sono marito e moglie, gli eterni freddolosi avvolti nella lunga mantellina. Poi ponete la lavandaia, Bartolomeo, il pastore con la moglie, le due donne che portano fascine alla fornace di ceramiche e due soldati.
Più distanti dovete mettere i Re Magi, quello nero per ultimo, perché essendo un pagano si è perso per strada”.

Nel libro “La notte della cometa sbagliata” che ho illustrato per Beatrice Masini, mi sono trovata immersa in questo lavoro di figurinaia. E’ uno dei miei lavori che ricordo con maggiore piacere.