Da quando Roberto non era più presente fisicamente, Gianna per me non era più, come era sempre stata GiannaeRoberto. Non che Roberto fosse assente. Non sarebbe stato possibile. Ma avevo davanti lei, il suo carattere, le sue parole, la sua amicizia, la sua forza, la sua fragilità: Gianna.
Li avevo sempre frequentati insieme, tranne, per brevi periodi, in occasione di qualche festival, fino dal giorno precedente l’apertura della Libreria dei ragazzi, quando, sorpresa di vedere una nuova, inaspettata insegna, così sognata da me, mi infilai sotto la serranda semi aperta, per esprimere tutto il mio entusiasmo.
Gianna e Roberto, stupiti di questa invasione caciarona e ingenua, si fecero una risata, rispondendomi: “Signorina, la libreria apre domani ma venga alla inaugurazione!”
Da allora, come una patella, mi ancorai a quello scoglio, che mi forniva i libri che normalmente dovevo cercare con tanta fatica in Francia, per raccontarli ai bambini del Centro per l’età evolutiva per cui lavoravo. Il che è già dir poco, perché nello stesso tempo mi forniva confronto, illuminazioni improvvise, voglia di provare e, infine, il passo verso l’editoria.
Roberto mi intimidiva, perciò mi rivolgevo a Gianna. Ma quasi sempre era Roberto che rispondeva. Cercavo conferma delle sue parole negli occhi di lei e capivo se era d’accordo del tutto oppure no.
Nella poltrona, in libreria, quando c’era, perché era uno straordinario seminatore di cultura dovunque, c’era Roberto. Ma era lei che mi accoglieva con gioia e con lei ridacchiavamo di qualche frase “estrema” del boss.
E poi è diventata Gianna. Su e giù insieme per fare i viaggi in compagnia. Ricordando momenti, provando a commentare il presente. Lei riservata e ironica, perfino sul suo pacemaker, solo Gianna, col gusto per il buon cibo, la buona accoglienza, l’insofferenza verso le esibizioni, l’affetto per i suoi autori preferiti.
Solo Gianna nella sua ribellione a un corpo che si faceva faticoso, nella sua totale partecipazione ai momenti divertenti e belli di letture, spettacoli, incontri durante i tanti festival che GiannaeRoberto avevano contribuito a fondare o nelle tante librerie che avevano appoggiato nell’apertura, insistendo perché non fossero aperte, per carità!
Sono in buona compagnia, nei ricordi e negli affetti, perché l’accoglienza di Gianna era grande, malgrado a volte cercasse di sembrare cartavetrata.
Adesso è tornata ad essere GiannaeRoberto. Felicemente, perché non aspettava che questo, pur amando molto le sue famiglie.
Sono convinta che incontrarci tutti, raccontandoci “di quella volta che…” la farebbe ridere (e tossire) un po’.
PS la prima Libreria dei ragazzi fu aperta da GiannaeRoberto in via Tommaso Grossi, non in via Unione, come dicono i giornali, continuando a copiare lo stesso errore. Lo dico perché Gianna era arrabbiata di questo errore: lei aveva molto amato lo spazio di via Tommaso Grossi!